REGGIO CALABRIA Un giallo dopo l’altro. L’affaire Carpentieri si arricchisce di un nuovo “passaggio”. E così, a pochi mesi dalla nomina incassata tra le polemiche (l’ex dg del Bianchi-Melacrino-Morelli gli ha rinnovato per tre anni il contratto di direttore amministrativo) il superburocrate in pensione sparisce dall’elenco degli ammessi all’avviso di direttore amministrativo. Nella lista approvata il 15 aprile scorso, Carpentieri – ex potentissimo segretario generale del consiglio regionale – c’era. In quella che reca la data del 24 maggio è scomparso. Questo perché il dipartimento Salute ha «ritenuto di espungere dai suddetti elenchi, nel momento in cui si deve procedere a una nuova approvazione e a maggior chiarezza nel presente atto, i nominativi dei candidati che hanno compiuto il 65° anno di età alla data di approvazione del presente provvedimento». Fuori Carpentieri, dunque, che i 65 anni li ha compiuti il 10 maggio scorso. Ma, dato che questo intrigo politico-burocratico sembra non volersi sciogliere, il decreto che certifica l’esclusione non è ancora stato pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione. Tempi tecnici, forse. Però è strano che un altro decreto dello stesso dipartimento, il numero 6114 del 27 maggio – per l’assegnazione di sedi farmaceutiche disponibili – sia stato pubblicato con tempi europei sul Burc del 31 maggio e questo sia, per ora, rimasto sotto traccia.
DOMANDE E VUOTO DI POTERE Domande si aggiungono a domande: come mai questa lentezza? E, soprattutto, Carpentieri può continuare a firmare gli atti che governano la sanità reggina? Come se non bastasse, le recenti (presunte) dimissioni del direttore generale del Bianchi-Melacrino-Morelli hanno reso acefalo l’ospedale. Dopo l’addio del dg, seguito alla sua iscrizione sul registro degli indagati per la nomina del direttore amministrativo Giulio Carpentieri, l’attività dei Riuniti si è fermata. La matassa burocratica e la paralisi della politica hanno messo sotto ghiaccio le attività di uno dei tre ospedali hub della Calabria. Sono passati quasi 20 giorni dal passo indietro di Benedetto. E, da quel momento in poi, sulla vicenda è calato il più impenetrabile silenzio istituzionale. Come dire: prima sistemiamo le questioni politiche più spinose, poi penseremo ai bisogni dei pazienti.
LA NOMINA La nomina del pensionato di lusso risale allo scorso mese di aprile. Fu allora che Frank Benedetto decise di tenere accanto a sé l’ex burocrate del consiglio regionale. Nella delibera di nomina, l’ex (?) dg cita l’articolo 17 della legge 124 del 2015, quella con cui il governo ha rivisto le norme sulle amministrazioni pubbliche tra le quali anche la 135 del 2012, che disciplina il conferimento di incarichi a soggetti collocati in quiescenza, ovvero nelle condizioni di Carpentieri. Secondo l’interpretazione fornita dal ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, alla scadenza del primo contratto, Benedetto avrebbe potuto sì confermare il burocrate, ma solo per un altro anno, non per tre come in effetti è avvenuto. Nella stessa circolare Madia viene confermato il divieto a ricoprire incarichi dirigenziali per coloro che hanno raggiunto il 65esimo anno di età (che l’ex segretario del Consiglio ha compiuto il 10 maggio). Era arruolabile quando la giunta Oliverio, con una deliberazione del 30 ottobre 2015 (la 444), ha emesso un nuovo avviso pubblico per la formazione degli elenchi degli idonei alla nomina di direttore amministrativo e sanitario degli ospedali calabresi. Adesso non lo sarebbe più. Questione di fortuna. Ma resta il giallo: cosa ci fa Carpentieri al suo posto?
IN PROCURA A chiarire i misteri potrebbe essere un magistrato oppure l’Autorità nazionale anticorruzione. È stato il segretario provinciale reggino della Uil Fpl, Nuccio Azzarà, a interessare i due uffici. Azzarà ha presentato una denuncia affinché venga fatta luce sulla nomina del nuovo/vecchio direttore amministrativo dell’ospedale di Reggio e sull’avviso pubblico emesso dalla giunta Oliverio, che ha permesso l’aggiornamento degli elenchi degli idonei alle nomine dirigenziali degli ospedali calabresi.
L’esposto è stato inviato – oltre che alle Procure di Reggio, Catanzaro e Locri, all’Autorità anticorruzione di Cantone, alla Corte dei conti, al ministero dell’Economia, ai commissari alla Sanità regionale – anche al presidente della Repubblica Mattarella e al premier Renzi.
Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it
x
x